SFILATE DIGITALI 2021
Ci siamo ormai abituati a vedere in tempo reale le sfilate di moda che un tempo erano riservate agli addetti ai lavori e a pochi eletti. Un tempo non lontanissimo potevamo vedere immagini e video solo nei giorni successivi. Le Fashion Week erano frenesia di spostamenti tra una location e l'altra, modelle, giornalisti, vip che riempivamo Milano e Parigi di outfit stravaganti, non solo sulle passerelle.
Da tempo i brand comunicano anche trasmettendo in diretta le loro passerelle in location sempre più evocative, che diventano parte della collezione e non solo cornice di presentazione.
Ma da un anno ormai il pubblico non c'è più e la scelta di mostrare il proprio lavoro creativo in modo digitale è diventata imprescindibile. Una spinta a comunicare in modo diverso, la necessità di produrre un'emozione senza contatto diretto. L'empatia è creata con strumenti diversi e la necessità di far vedere a quante più persone possibili le collezioni aumenta la possibilità di convertire in vendite.
Chi ha vinto?
Dai numeri possiamo dire Prada, 4,5 milioni di visualizzazioni tra Instagram e Youtube. La sfilata che è stata raccontata anche con un talk insieme a Miuccia Prada e Raph Simons (co-designer) al termine delle presentazione, in diretta, per parlare proprio della nuova modalità digitale oltre che della collezione.
Valentino che aveva presentato la Haute Couture con le sue zeppe immense e cappe dorate rilancia a Sanremo con gli abiti su Laura Pausini e la mis en scene della Rappresentante di lista che fa ballare i suoi abiti e nella serata finale riempie il palcoscenico con un abito bianco della precentente collezione (ricordate le gonne bianche di 5 metri presentate sui piedistalli?)
Consentiteci una punta di orgoglio per aver disegnato e realizzato lo stesso mood di gonne per la nostra Cantante con la Valigia un anno prima! Nel pret a porter sceglie un teatro vuoto e musica cantata dal vivo, tanto bianco, nero e ovviamente il rosso Valentino.
Genny lavora su tagli puliti presentati a Palazzo Reale nella sala delle Cariatidi con un messaggio di positività. Ancora nero ma anche fiori e farfalle luccicanti e paillettes che ritornano in tantissime collezioni.
Max Mara celebra il settantesimo anniversario del brand che nacque per vestire le mogli dei medici e degli avvocati e ora propone un power dress elegante con un tocco eccentrico per donne che lavorano con capi divenuti iconici come il cappotto cammello o il teddy morbido e avvolgente.
Dolce e Gabbana scelgono l'istituto italiano di tecnologia e sfilano con i robot capi estrosi e patchwork colorati. Zip, catene e accessori scintillanti abbinati ad occhiali futuristici a visiera collegano gli anni 90 che sono l'ispirazione al mondo del futuro.
Armani si chiede se abbiamo capito quanto si sono impegnati per creare qualcosa di interessante in questo momento complicato. E' sempre coerente con il suo stile, forse un po' più severo e con una sfilata in una scenografia lineare e quasi asettica, salvo la presenza di un gorilla verde al centro del set. Dominano colori profondi della notte con tocchi scintillanti, velluti e tessuti preziosi, note di turchese e menta in mezzo ai blu e al nero. Torneremo a vestirci eleganti, sembra dire. E speriamo che sia così.
Con lo stesso rigore e coerenza Cucinelli presenta i capi quasi monocolore con tanta importanza alla maglieria in fibre nobili che per lui è metafora della voglia di ricominciare rimanendo uniti e per ritrovare la voglia di vestirsi non solo per guardarsi nello specchio di casa.
Ferragamo sceglie un'ambientazione alla Matrix con grafismi netti e tagli sartoriali per una collezione definita Future Positive. I capi sembrano viaggiare nel presente con un'ottica futuristica. Sovrapposizioni di tessuti di pesi diversi e look monocolore dall'azzurro al ghiaccio con tocchi di glicine.
Abbiamo visto come la Fashion Week milanese è continuata anche a Sanremo con scelte stilistiche precise fatte dagli stylist per rafforzare la comunicazione dei personaggi sul palco anche con quello che indossavano.
Gli abiti scelti hanno avuto anche il ruolo di accompagnare lo storytelling inaugurato da Achille Lauro lo scorso anno con grande clamore. Quest'anno non c'era più l'effetto sorpresa e la contestualizzazione del personaggio ne ha smorzato l'effetto wow.
Ma il fenomeno è ormai entrato nelle nostre case e nei nostri occhi, più consapevoli che anche la moda sia un codice di comunicazione, un modo di esprimere non solo la personalità o uno stato d'animo ma anche un messaggio.
Ascolto la tua storia, oppure una canzone, ma guardo anche come hai scelto di presentarti, un abito che, fa il monaco.
Paola Fini per LCCV