A Sanremo trionfano la provocazione e l'energia della musica dei club

maneskin sanremo 2021

Ho commentato tutti i giorni (prima, durante e dopo) le esibizioni e partecipazioni dei cantanti in gara della 71° edizione del Festival di Sanremo.

Sanremo è un evento di costume, che racconta il paese e cerca di farlo in tutte le sue sfaccettature.
E allora scrivo anche qui quello che penso di un Festival in cui non mancano mai le polemiche, con ascolti inaspettatamente bassi ma ricco di ogni forma di vita musicale rappresentabile.

IL FESTIVAL DELLA LEGGEREZZA MA NON TROPPO, TRA PROVOCAZIONE  E TEMI SOCIALI

La scelta AMADEUS FIORELLO, trionfatori dello scorso anno, non ha raggiunto i risultati sperati, forse perchè la ricerca della leggerezza, seppur doverosa in un momento così difficile del paese, non è stata efficace al 100%. Un effetto "scollamento" dalla realtà che non è stato così apprezzato.
Personalmente credo che un po' di leggerezza, anche in momenti complicati, sia fonte di energia per andare avanti e la musica da sempre ci accompagna sia in tristezza che in felicità.
Non a caso vince il premio Lucio Dalla il brano di COLAPESCE E DI MARTINO, che mi aspettavo onestamente sul podio, che parla proprio di questo e lo fa con la leggerezza delle sonorità pop anni 80, di quegli anni in cui Sanremo era un must anche all'estero e faceva sognare l'Italia come meta della bellezza e della felicità, della spensieratezza appunto.

L'intrattenimento ha anche l'obbligo di raccontare piuttosto che rimuovere ciò che accade e forse questo sarebbe stato più apprezzato da casa.

Io però da inguaribile positiva ho amato la narrazione misurata a tratti leggera a tratti rispettosa della realtà. Si è parlato di musica, di un settore al palo da un anno e, proprio nel rispetto di tante categorie al collasso, anche la scelta di non esagerare per confezionare un varietà che con Fiorello rinasce in modo credibile e convincente. Geniale la sua ricerca di calore e empatia con il pubblico immaginario della prima serata in cui si ritrova a dialogare con le poltrone per una Kermesse che voleva provocare e ci è riuscita, sottolineandolo anche con la vittoria dei Maneskin.

IL FESTIVAL E LA CONTEMPORANEITA'
Un altro aspetto interessante è stata la scelta dei cantanti in gara, a mio avviso un po' troppo numerosi, ma sicuramente rappresentativi di diversi generi musicali e tendenze contemporanee.

Un modo per dar voce a tutti gli ambienti musicali presenti in qualche modo sulla scena italiana.
Dal messaggio forte e attuale dello STATO SOCIALE, al manifesto di protesta  travestito da hit di WILLY PEYOTE, all'evoluzione raffinata della Trap con Madame, alle sonorità ricercate di GHEMON  alla narrazione di GAZZE' fino addirittura al Liscio di EXTRALISCIO e TOFOLO e al Rock da club dei vincitori MANESKIN (solo per citarne alcuni).
Anche la scelta degli ospiti è stata coerente e forse un po' accondiscendente in certi momenti. Si è cercato un Festival "moderno" che parlasse ai giovani (che non l'hanno comunque visto in tivù ma lo hanno tanto commentato sui social) proponendo anche quel linguaggio, mixato a grandi classici per non deludere le casalinghe affezionate alla kermesse inserendo di un po' di Pausini (fresca vincitrice di un grande premio internazionare) e Il Volo, evergreen e pop di cui il Festival ha comunque sempre bisogno per accontentare tutti.
Si arriva forse un po' tardi a proporre artisti Indie come novità (che tanto nuovi non sono) e trapper che sono quasi mainstream e hanno già detto tanto.

COSA MI E' PIACIUTO 
Lasciandomi alle spalle le riflessioni a caldo, ecco cosa mi è piaciuto di questo Festival di Sanremo:

- Lo sviluppo armonico di classe di Ghemon

Ghemon sanremo 2021

- La performance di Annalisa che ci ricorda che un cantante dovrebbe innanzitutto saper cantare!
annalisa sanremo 2021


- La Madame con la sua modernità e la sua bravura. Un'idea innovativa di interpretare il rap e la trap perfettamente mixati alle doti vocali e ritmiche, oltre che di scrittura.



- Davide Shorty nella categoria giovani, con il pezzo più Soul e Funky del Festival che non è passato inosservato.


shorty sanremo 2021


- L'autoironia e le gaffe dell'Orietta nazionale che con questo Sanremo fa un'operazione di marketing e personal brand da far impallidire gli esperti. Sceglie di giocare con gli outfit prendendosi poco sul serio, si presenta sul palco cantando come se fosse un disco e ci racconta tutto come se fosse "la nonna buona e di esperienza". Certo, la canzone è solo il mezzo ma questa partecipazione la consacra a "mostro sacro" e volto tv per i prossimi anni. Obiettivo raggiunto.

orietta berti sanremo 2021

- La scoperta di Elodie che non amo particolarmente, ma oggettivamente, di tutto il panorama musicale italiano contemporaneo, è l'unica esportabile all'estero  e questo Sanremo segna l'inizio del suo viaggio.

elodie sanremo 2021 versace

 

COSA MI E' MANCATO?
Mi sarebbe piaciuto vedere un po' di bellezza in più, magari un po' di Arte mixata sapientemente alla musica, un po' più di arte rispetto ai quadri di Achille Lauro, su cui c'era un'aspettativa troppo alta e evidentemente difficile da appagare. Il fenomeno Achille Lauro funziona quando sorprende non quando è annunciato, quando è fuori contesto e non come quest'anno che era perfettamente inserito nello show.

LA VITTORIA DEI MANESKIN 

Si chiude così, con la vittoria dei MANESKIN,  un Festival come al solito molto chiacchierato, che ha avuto alla fine anche buoni ascolti con l'ultima serata.

Con i loro look hanno tradotto in immagini i valori che esprimono con la loro musica: libertà, ribellione e una sana dose di menefreghismo. Quella dei Maneskin non è solo una rivoluzione di stile: è una rivoluzione culturale. E la loro vittoria dimostra che c’è un’intera generazione pronta a prenderne parte.
I Maneskin sono il manifesto della Generazione Z: anticonformisti e insofferenti alle etichette che dividono il mondo in "maschile" e "femminile". E mai come in questo Festival gli adolescenti hanno dettato il cambio di passo, sostenendo artisti sconosciuti ai genitori e facendo vincere il gruppo più dissacrante sulla scena (con buona pace della nonna, che magari tifava la Vanoni) (Cit.)
O forse alla fine il fascino del frontman Damiano, sogno proibito di tante mamme, ha tirato fuori l'anima rock anche dei boomers!

damiano maneskin

Valentina per LCCV

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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